E’ ancora presto.
E’ sabato, non si lavora. Posso stare sdraiata sul letto con i piedi in aria a leggere un giallo italiano su cui non avrei scommesso due centesimi, l’avevo preso solo perchè era in edizione economica, e invece non vedo l’ora di sapere come va a finire, eppure (paradosso notissimo ai lettori accaniti) rallento la lettura e la fermo, addirittura, perchè non voglio che finisca. Anche se temo che il finale non sarà all’altezza delle premesse.
Ho fatto un’ottima colazione, marmellata di arance, la mia preferita.
Tutta la mia famiglia è a 10.000 km da me, stanno bene, non ho doveri particolari di cura. Per di più, le millemila piante di casa dei miei le ho innaffiate ieri sera, per oggi stanno a posto.
Ieri sera ho avuto finalmente il coraggio di aprire il mio conto
corrente on line e mi sono resa conto che la situazione nonostante le folli spese del mese di Agosto non è poi così disperata come temevo. Anzi, un filo sul positivo, direi.
Ieri in un impeto di autolesionismo mi sono tagliata la frangetta con la trinciapolli e stamattina guardandomi allo specchio mi sono resa conto che in effetti non si vede , non sono azzannata come temevo.
C’ è un bellissimo sole fuori, in un cielo azzurro e fresco per la pioggia dei giorni scorsi. La mia stupenda bicicletta mi aspetta, oggi due ore di pedalate non gliele leva nessuno e lo sa. Mi sono affacciata alla finestra, prima, e non mi hanno rubato la macchina, nè il portabiciclette che c’è montato sopra.
Non ho ospiti, quelli verranno domani, ma per stamattina scelgo in totale assoluta libertà come spendere il mio tempo, quando uscire, cosa mangiare e quando.
La felicità è fatta di un insieme di cose veramente banali.