Da tre giorni sono in uno stato semi catatonico, non spiacevole però strano. Per le prime 12 ore dopo la fine del lavoro ho continuato, per inerzia, suppongo, a muovermi diciamo normalmente, uscire, fare la spesa, etc. etc. Poi piano piano mi sono rallentata fino a fermarmi quasi del tutto. Stamattina non sono nemmeno uscita, ancora. Anche se sembra che non abbia fatto niente, ho realizzato i seguenti piccoli capolavori:
1. comprato nuovi bloccaserrande in acciaio ottonato e sostituiti ai vecchi: buttato quelli rotti e messo quelli recuperabili a finestre finora sguarnite. Risultato: tutto il lato nord – nordovest della casa, il più vulnerabile, è ora più o meno protetto. Certo, se arrivano ladri con tenaglie da Genio Guastatori e bazooka non ci faccio niente, ma fido di scoraggiare almeno i balordelli. Il proprietario del negozio di ferramenta mi ha chiesto: chi deve montarli? Ora, a parte l’idiozia della domanda (esistono forse bloccaserrande da uomo e da donna, o da esperti e da principianti?) alla risposta “Io” mi ha guardato stralunato e mi ha detto “MA NON C’E’ UN UOMO CHE POSSA AIUTARLA?”. Per farvi capire il livello di sfiducia maschilista nelle mie capacità di bricoleuse, vi ricordo che un bloccaserrande si monta avvitando n° 2 viti allo stipite in legno della finestra, dal lato interno. Attrezzo occorrente: n° 1 cacciavite. Tempo occorrente: n° 3 minuti. Certo, c’è il rischio di montarli dal lato sbagliato (destra e sinistra non sono intercambiabili), c’è il rischio di voler usare un cacciavite normale mentre invece le viti sono a stella, e ovviamente c’è il rischio di cascare di sotto. Nel mio caso, c’è anche il rischio di essere guardonata dai Vigili Urbani che hanno gli uffici di fronte casa mia, come infatti è puntualmente successo. Io ero in maglietta e mutande, ho dovuto interrompere il lavoro per mettermi una tuta e abbassare la serranda, sdegnata. Nonostante la non straordinarietà dello spettacolo, mi è parso di sentire chiaramente un “ohhh” di delusione.
2. fatto bucato di tutto ciò che era lavabile a casa mia e segnatamente nel mio armadio, visto che starei preparando la valigia per il mare. Il tutto miracolosamente senza far assumere colorazioni inedite ai capi messi a lavare. Sono proprio una donna di casa.
3. cucinato con somma gioia, anche se a momenti svenivo per il caldo, in tutta rilassatezza e solo per me: a. pizza per metà con cipolle e capperi e per metà con pomodorini e origano; b. crema di verdure à la bourguignonne; c. fettuccine con i funghi; d. trenette al pesto. Non nello stesso giorno, era chiaro?
4. andata in libreria a fare scorta di sopravvivenza per le vacanze: comprato 4 libri, e nonostante le edizioni quasi economiche mi sono purgata ben 41 euro. Ho dato preferenza a testi semi scientifici su argomenti per i quali vado pazza: disturbi alimentari, casi clinici socio-psichiatrici freudiani commentati, poi un poliziesco americano e un affare rilassante, che parla comunque di cibo. Inoltre, mi porto Simenon e Simone de Beauvoir in lingua originale che mi ha regalato la mia insegnante di francese verso Natale e ancora non ho nemmeno aperto. Comprato anche un quaderno di Emergency rosso per scrivere mio diario di vacanze. La mancanza di supporto informatico non mi fermerà, al mio ritorno vi sciropperete racconti e riflessioni, volente o nolente.
5. caricato il lettore di MP3 di scorta di musica sempre per serate di mare davanti al tramonto o sulla spiaggia intenta a scottarmi (non mi illudo, succederà anche quest’anno).
6. comprato in erboristeria profumo e latte corpo al tè verde & cedro, combinazione deliziosamente fresca ed estivissima che consiglio a tutte le signore in ascolto, la prima volta che l’ho usato la gente mi veniva dietro annusandomi, maschi o femmine che fossero.
Per il resto, dormito, letto, visto televisione fino quasi alla nausea, sentito radio, lavorato a maglia (a proposito, mi devi ricordare di portarmi pure ferri e gomitolo), innaffiato piante con spreco abnorme di acqua e schizzando di terra balconi, terrazza e inondando pure piano di sotto, per fortuna momentaneamente disabitato e anche quando abitato, abitato da fratello e sorella più giovani di me molto tolleranti al limite del menefreghismo e che si fanno i fatti loro.
Mi manca solo la depilazione. Questa però ve la risparmio, potrebbero esserci in ascolto orecchie innocenti.