Adoro Michele Serra. E non solo per motivi diciamo così ideologici, o perchè ha un’ironia affilata con la sabbia, o perchè ha quell’aria spaesata da Gatto Silvestro sotto il pietrone da due tonnellate, che me lo abbraccerei, o perchè era il fondatore e direttore di Cuore, ma perchè scrive da dio. Aggettivi, verbi, avverbi, tutti pesati, calibrati, ricercati e raffinati a formare miracolosamente frasi e concetti mai tromboni, sempre chiarissimi, luminosi, mai banali e massificati.
Se non ci credete, andate a leggervi il pezzo pubblicato ieri su Repubblica sulla morte di Marco Pantani. Un capolavoro. Consiglio a tutti gli aspiranti giornalisti, scrittorucoli in erba, studenti del liceo di spararsi in vena robuste dosi di Michele Serra, prima di sedersi davanti ad una tastiera.