Era un addio

Per almeno due anni papà mi ha chiesto, soprattutto nei fine settimana ma non solo, di andare a fare giri in macchina. Di guidare non se la sentiva più, guidavo io e lui affianco. In silenzio, andavamo su e giù per le nostre strade preferite. Il silenzio non mi pesava affatto, ma ogni tanto lo rompevo per fare domande. In che epoca è stato costruito questo quartiere? E prima com’era? Cosa c’era al posto di via Mazzini? Mi racconti di nuovo la storia di quella che scappò all’estero con il grande amore della sua vita, e non tornò più? Era bella?Le risposte con mia sopresa non erano laconiche, nello stile di mio padre. Erano racconti. Erano favole della buonanotte. Erano forse il suo addio alla sua sua città, alle sue strade, alle persone che aveva conosciuto, alla vita che aveva fatto. Sei mesi prima di andarsene smise di uscire di casa, si reggeva in piedi a fatica e si vergognava del catetere, anche se avevamo trovato il modo di nasconderlo – non senza incidenti, che pesarono in modo definitivo sulla sua decisione di non uscire più.

“Torniamo a casa, idu'”. C’era sempre una punta di tristezza in queste tre parole. Non avevo bisogno di chiedere. La casa alla quale tornavamo era vuota, vuota soprattutto per lui che lasciavo in piazzetta mentre io andavo a parcheggiare in garage, per non costringerlo a fare una rampa di scale che non ce la faceva più a fare se non con enorme fatica. Entrava quindi a casa prima di me, aprendo con le chiavi e trovando solo il buio e il silenzio.

Lo stesso che trovo io ora, tornando nella stessa casa. Non ci si abitua se non con grande fatica, e quella punta di tristezza ora l’ho ereditata io. Stasera ho fatto un giro in macchina come lo facevo con lui, e per un attimo, fugace e prezioso, mi è sembrato di sentire la sua voce che raccontava la storia del pallone di cuoio arrivato dall’America. Mi manchi, papà.

Bollettino locale

Post di servizio per i miei concittadini.

  1. il supermercato Cafarelli ha la marmellata senza zucchero Rigoni di Asiago a 2,90 euro(*) contro i 3,95 di Iperfutura (per il quale sarebbe addirittura in offerta, a 3,95, specifico). Eh minchia, 1 euro e spiccioli di differenza su un totale di circa 4 euro a casa mia significa una differenza del 25%, mica cotica. Non vi fate fregare.
  2. le giostre a via Verrastro se ne sono andate. Lungi da me voler essere razzista, ma pare che durante i mesi di permanenza dei giostrai aumenti l'incidenza di furti negli appartamenti. E non lo dico io: lo dice la Polizia, intervenuta dopo che ben due appartamenti contigui al mio sono stati ripuliti con cura. Si può non credere alla Polizia, o gli si può porre la domanda: ma se lo sapete, o pensate di saperlo, perchè non andate a perquisire proprio lì? non troverete nulla, ma forse serve da deterrente. La Polizia non risponderà, sapevatelo.
  3. breve historia dell'asfalto potentino. Dimenticato dall'Amministrazione Comunale per motivi di cronica mancanza di fondi, spaccato dall'infido ghiaccio invernale, crepato dal sale, dalla pioggia, dagli spartineve (dall'incuria con cui è stato fatto, a suo tempo? Bah. Maldicenze), si vendica aprendosi come un cocco sotto le ruote degli automobilisti. Molti tratti di strade urbane sono ormai ridotti a tratturi di Kabul, e dove il manto stradale non è piagato come la pelle dei lebbrosi, si sono staccate toppe intere di asfalto – soprattutto intorno ai tombini – che hanno aperto buche, bucone, voragini, fra le quali spicca quella all'incrocio fra Via Anzio e Via Verrastro, una buca altrimenti detta “la porta dell'inferno” perchè è una buca antica, più volte riparata, ma sembra che per quanta roba gli si butti dentro, non sia mai sufficiente. Come nei racconti di Stephen King, è una occorrenza apparentemente anonima e inanimata (come Christine, la macchina infernale, o come la stiratrice a vapore di un altro racconto di King)  ma in realtà con una sua precisa insaziabile volontà demoniaca e malvagia, che è quella di inghiottire ruote e far spaccare semiassi e sospensioni. O forse intere automobili con i loro occupanti, bhwahahahahaha (risata satanica).
  4. E veniamo alle notizie sull'ambiente. Circola sul web e fra i blogger potentini una petizione per una raccolta di firme sotto ad un progetto di riqualificazione di un'area a ridosso della città, nella quale c'è stata, fino ad una quindicina di anni fa, un allevamento intensivo pubblico di maiali per la macellazione. Quando ero piccola, abitavo nell'area sud della città e mi ricordo benissimo che se girava il vento arrivavano 'ste zaffate di orrenda vomitevole puzza di liquami suini, e mia madre diceva “Eh, sarà la CIP-Zoo” (che si chiamava così, infatti). Ma non divaghiamo. Il progetto di riqualificazione è bellissimo, crea un'area verde di servizio, con boschetti, aree gioco, campi sportivi, un laghetto, una pista da jogging. E' talmente bello, il progetto, che sono sicura che non lo vedrò mai, campassi 102 anni come la Montalcini. Ad onor di cronaca, c'è da dire che il nostro wikiSindaco ha dichiarato su Twitter che il progetto piace molto all'Amministrazione Comunale, e che hanno stanziato già una certa cifra non banale per cominciare. Se siete interessati anche voi, potete firmare qui.
  5. proseguono i lavori di riqualificazione d' la Chiazza, la piazza per antonomasia, Piazza Mario Pagano o, come dicevan tutti, Piazza Prefettura (a Potenza quasi tutte le piazze del centro hanno due nomi, quello ufficiale e quello popolare, che non ne vuole sapere delle ordinanze amministrative e della toponomastica ufficiale). A differenza di moltissimi, che si sono scagliati contro il progetto di riqualificazione, io non sono nè favorevole nè contraria: semplicemente, aspetto di vedere come viene, prima di dare un giudizio.

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(*) update: 2,98, non 2,90 euro. Sempre di 97 cent parliamo, la percentale non cambia granchè

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