Il brillante esito della mia ultima storia di coppia mi sta facendo riconsiderare molto rapporti affettivi e personali sui quali avrei potuto giurare.
Comunico alla mia migliore amica, in lacrime, quanto è successo. E’ una donna serena ed equilibrata, e per quella sera stessa mi ha organizzato una pizza con altre 3 trentennali compagne di viaggio. Ci vado speranzosa, ho bisogno di affetto e di una pacca su una spalla, magari un abbraccio, come diceva Totentanz. Sono fiduciosa nel fatto che le amiche non debbano giudicare, nè consigliare (quello magari dopo, a bocce ferme), nè tantomeno recriminare. Io non lo farei. E invece le tre arpie mi distruggono. Aggrediscono, mi danno dell’idiota per non aver capito, si dichiarano arcistrasicure che a loro non sarebbe mai successo, che loro avrebbero mollato tutto su due piedi, mentre io quella sera ancora oscillavo, disperata, fra il sapere e il non sapere cosa fare. Sputano veleno sulle mie pochissime residue certezze, riducono ad un cumulo di macerie le mie pochissime residue speranze. Torno a casa in lacrime e con lo stomaco annodato, l’unica che ha cercato di difendermi è stata l’altra, lei sì, mi abbraccia e cerca di mediare: “Lo sai, come sono fatte …”
Lo so, adesso lo so. Mi convinco che mi hanno segretamente odiato, o perlomeno hanno provato per me qualcosa di molto simile al rancore, alla rabbia all’invidia, e adesso non gli pare vero di poterlo esternare. Aspettavano solo l’occasione. Però fa male, eh.
Quella sera stessa, mi arriva un sms da un collega di lavoro, e un altro da mio fratello. Ve li riporto, sfidando la privacy, tanto per far capire la differenza.
“Mio malgrado stamattina mi sono fatto una valanga di cazzi tuoi, ma ti avverto che entrerò in sciopero se non ricominci subito a sorridere”
“Ho appena letto. Sono a tua disposizione per qualsiasi cosa. Ora devi soffrire fino in fondo e scoprire che non fa poi così male. Poi possiamo parlare. Fidati di te”
Il giorno dopo, sia l’uno che l’altro, in tempi diversi, mi fanno ridere, anche se non ne ho voglia, il primo con il suo fine humour inglese, il secondo con la sua irresistibile ironia camilleriana e gattopardesca. Stelvio mi stringe forte una spalla e mi sussurra: “Non farmi preoccupare”. Il giovane amministrativo che lavora nella mia stanza alla XY Spa mi guarda preoccupato quando pensa che io non veda e mi lascia cioccolatini sulla scrivania. La mia prof di francese mi chiama e fa la vocina da canarda perchè sa che mi intenerisce e mi fa sorridere. Saya mi scrive lunghe mail sagge, consolanti e affettuose condite di baci “azzeccosissimi”. I commenti del mio blog sono pieni di cosucce tenere e affettuose.
Tutta gente che conosco al più da 5 anni. Alcuni sono perfetti estranei. Perchè riescono a farmi stare meglio di amiche con cui mi disputavo la merendina all’asilo?