Sono giorni che giro intorno alla stanza del Capo cercando il modo migliore per dirglielo.
La notizia non è ancora ufficialmente stampata sopra un Bollettino Ufficiale, però è sicura: ho vinto una selezione per la Regione, cercavano 11 esperti di fondi strutturali e Piani Operativi Regionali e io sono la 6° in graduatoria (a proposito, grazie Saya ).
Ora.
Ci sono stati giorni nei quali avrei volentieri impalato il mio capo al tronco del ficus benjamin della sua stanza. Ci sono stati innumerevoli cazziatoni, solo il 20% dei quali giustificati. Ci sono state palesi distrazioni di incarichi e anche premi in denaro a favore dei due rampolli, una dei quali assolutamente incapace. C’è stata una micragneria senza precedenti rispetto non solo ad eventuali premi di produzione – mai avuti – ma anche rispetto al pagamento degli stipendi, sempre uguali nell’importo (bassissimo) ma variabilissimi nella date di erogazione.
Però c’è stata anche una inespressa ma palese stima nei miei confronti, intere serate passate a pianificare strategie, fare e rifare conti, impostare battaglie professionali. Ci sono state chiacchierate personali, consigli umani, atteggiamenti paterni. Ci sonpo stati viaggi di lavoro, in auto, in treno, in traghetto, densi di discussioni sui massimi sistemi, sulla vita e sulla morte, sulla famiglia e sulle coincidenze. Ci sono stati occhi chiusi di fronte ad assenze, permessi, orari strani, libertà varie. C’è stata, soprattutto, una crescita professionale della sottoscritta senza precedenti, la possibilità di capire, esserci, partecipare, assimilare, crearsi una fitta rete di contatti.
Come glielo dico, adesso, che me ne vado?