Il posto fisso l’hanno spostato

Adesso si scatenerà l'inferno, su questo blog.

Perchè sto per dire una cosa che tanti non vogliono sentire: io condivido quello che ha detto Monti sulla monotonia del lavoro fisso per tutta la vita. Non sono capace di spiegarlo bene, probabilmente, adesso affastello un po' di pensieri poi vediamo che ne viene fuori.

1. siamo in un periodo socialmente ed economicamente diverso – in peggio – da tutti quelli che ci hanno preceduto, se si esclude forse l'immediato dopoguerra. Pretendere in un momento così diverso di trovare lavoro allo stesso modo, e lo stesso lavoro, di venti anni fa, è

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velleitario, e fuori dal mondo. E recriminare (di chi è stata la colpa, e da chi è partita la speculazione, e le banche, e bla bla) fa solo disperdere energie. Quindi per cominciare condivido il concetto “bisogna abituarsi a cambiare più volte lavoro nel corso della vita”. In altre parole, rassegnatevi: il “posto fisso” non esiste più.

2. ok, mi direte voi. Ma questo si può fare quando di lavoro ce n'è tanto, ed è facile uscire da una porta ed entrare in un'altra. Vero. Ma se lavoro ce n'è poco, occorre prendere quel poco che c'è, e se se ne hanno le capacità, inventarsene di nuovi. Che come tutti i lavori nuovi sono provvisori e possono morire così come sono nati. Abituarsi a ricominciare sempre daccapo potrebbe essere una buona palestra, per resistere.

3. la casa, il matrimonio, i figli: senza un lavoro fisso non si può fare nulla di tutto questo. Non si può fare se aspetti di avere tutto perfetto per cominciare. La casa: perchè è obbligatorio comprarla? Quando vivevamo in un paese ricco, si poteva fare: adesso non si può, e non si compra. Si vive in fitto. Se ce la lasciano mamma e papà, bene: se no, abituiamoci a vivere nomadi, a non affezionarci ai posti, ad avere poche cose, il minimo indispensabile, e a lasciare per strada il superfluo. Decresciamo felicemente. Il matrimonio: è obbligatoria la mega cerimonia? so di gente che si è indebitata fino al collo, pur di avere i tovagliati di broccato. E' necessario? Sui figli non mi esprimo, non ne ho e quindi non so che dire.

4. io ne conosco alcuni, di quelli che vorrebbero a tutti i costi un posto fisso. Sarò sfortunata io, ma sono tutte persone che fanno poco e farebbero ancora meno, se avessero la certezza di uno stipendio sicuro a fine mese. Mentre tutti quelli che conosco che non ci pensano nemmeno, a volere un posto fisso, sono tutta gente scetata e che esce da dentro al fuoco, e non si farà mai fermare dalla difficoltà a trovare lavoro.

5. condivido in pieno il parere espresso da Luca Sofri su Twitter: “Monti ha fatto una battuta sul posto fisso, che è un tema culturale, e non c'entra col lavoro garantito, che è invece un tema sociale“. Sul primo è lecito dire che è morto, è monotono, e sarebbe bene dimenticarsi della sua esistenza. Sul secondo, parliamone.

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5 risposte a “Il posto fisso l’hanno spostato”

  1. Io non contesto la frase di Monti. Può anche essere una verità, su questo non mi esprimo. Quello che fa girare le palle è che l’ha detto come se fosse una battuta, aggiungendo “Che monotonia!”, in una maniera che ricorda tanto una presa di culo.

    No, i giovani che non hanno il posto fisso si stanno già rassegnando al fatto che è difficile ottenerlo. I giovani non sono deficienti (non tutti almeno). Questo però non vuol dire che i giovani non possano sperare in uno Stato che li aiuti a trovare la stabilità.

    È questo che contesto. La battuta, che personalmente ho trovato molto infelice. Se tu ci hai riso, bon per te. Io no.

  2. no, non ci ho riso affatto
    l’ho trovata stonata e fuori luogo, anche perchè era evidente che fosse preparata (quindi peggio ancora)
    cerco di dire che forse ho capito cosa tentava (molto maldestramente) di dire lui

  3. Il problema semmai è un altro: che tutti quelli da 40 anni in giù si sono abituati a lavori a termine, ad elasticità di orari, e soprattutto a compensi saltuari. Mentre invece il mondo che ci circonda è rimasto agli anni ’50, ad una società nella quale esplodeva il posto fisso e il pagamento a rate fisse mensili. E quindi fatalmente non concidono i tempi: io i soldi li prendo quando li prendo, e soprattutto se lavoro con la PA non posso fare previsioni attendibili, mentre affitto, rate dell’auto, rate dell’acquisto fatto con il credito a consumo scadono con puntualità in un certo giorno del mese.

  4. Il posto fisso, che noia? Detto da uno che è ricco di famiglia, che è sempre stato (ed è) un barone universitario e che da 27 anni (!) è alla Bocconi? Che fulgido esempio di coerenza! Facile la vita, vero, quando si è cosi? Predicare bene e razzolare male, democristi di tutto il mondo, unitevi!

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