STIEG LARRSON – LA “TRILOGIA MILLENNIUM”
Ok, l’ho letta tutta e mi tira un pò di considerazioni, forse slegate e confuse ma sono stanca, portate pazienza.
1. il più bello dei tre pezzi della trilogia è il secondo, a mio immodesto parere. Il primo è ancora troppo concentrato su Mickael, personaggio non eccezionale, ed è a tratti lento e noioso; il terzo è un pò troppo arrivano i nostri su bianchi cavalli, tutti i pezzi vanno a posto troppo facilmente, troppi cattivi fanno una brutta fine, troppa gente si sveglia dopo 25 anni di vergognosi affossamenti e seppellimenti di coscienze e mortadelle sugli occhi;
2. trovo veramente degno di attenzione – anche se non so ancora dire se mi piace o no – il modo analitico, perfino maniacale con il quale Larrsson si concentra sui dettagli, in particolare i dettagli alimentari. E’ veramente utile ai fini della storia sapere che Lisbeth scese a fare la spesa e comprò un litro di latte, pane nero e formaggio, pagandoli con la carta di credito? o che Mickael si preparò una caraffa di caffè e 4 tramezzini con salmone e cetrioli? descrizioni del genere sono ogni mezza pagina: che mangiano, che bevono, che hanno addosso, che comprano al supermercato tutti i molti personaggi della vicenda. I percorsi che fanno: ok, questi sono già più utili alla storia, ma svoltò in Sundagatan, attraversò il sottopassaggio, prese la metropolitana e scese alla seconda fermata, poi risalì a piedi lungo Olof Palme Strasse e avanti così per tre righi: e scrivere invece uscì di casa, e dopo un quarto d’ora era a Olof Palme Strasse? era tanto orribile? non so se mi affascina o mi irrita, tutto ciò: in ogni caso, fa venire voglia di visitare Stoccolma con una mappa coi cerchietti rossi, e di questo suppongo l’ufficio del turismo svedese sia ben contento;
3. Lisbeth Salander è un personaggio meraviglioso, uno dei più affascinanti che abbia mai incontrato in un libro. Non vi dico altro, scopritevela da soli. Mi sto andando a rileggere il primo volume della trilogia solo per il piacere di rileggere la sua entrata sulla scena.
4. come forse saprete, Larsson è schiattato giovane e quindi la trilogia non avrà seguito. Si favoleggia di bozze per un quarto volume nel suo pc, ma niente di certo, ed in ogni caso una quarta puntata mi parrebbe operazione veramente molto tristemente commerciale, dal sottotitolo: sono l’erede di Larsson, e mi scade la rata del mutuo. Oltretutto mi pare che pure se fosse vissuto il Nostro stava già un pò raschiando il fondo del barile, troppi agenti segreti deviati, troppe complicazioni, alla fine forse pure troppi personaggi (io i poliziotti e i magistrati li ho tutti un pò confusi fra loro, alla fine). A meno che non fossero buttati tutti lì per essere poi sviluppati nei volumi successivi. Come se avesse scritto un libro, il primo, e poi si fosse fatto prendere un bel pò la mano, con arguzia nel secondo volume, con ansia ed esasperazione nel terzo. Magari mi sono fatta suggestionare, ma mi pare che partendo dalla prima pagina del primo volume e andando verso l’ultima del terzo il ritmo incalzi, diventi vorticoso e ansiogeno, si affastellino fatti e persone e avvenimenti, come se l’autore si fosse reso conto che il tempo stringeva;
5. ad ogni modo, la catarsi c’è, e fa sentire bene, leggere come i cattivi più cattivi vengono puniti. Perfino con crudele creatività (uccidere un uomo inchiodandogli i piedi al terreno con una sparapunti industriale è veramente un gran colpo di genio horror, chapeau);
6. infine, particolare non trascurabile, i tre volumi sono mattonazzi che fanno salire il rapporto quantità / prezzo: perfetti per lunghi noiosi viaggi in treno, serate di pioggia, notti insonni. Se pensate che più o meno allo stesso prezzo potete ottenere immense cagate adolescenziali di 100 pagine, le 800 e passa di ciascun volume di una trilogia gialla ambientata in Svezia e molto ben scritta vi parranno un buon acquisto.
Un assaggino del clima, con il trailer del film in uscita in Svezia tratto dal primo volume (me lo vedrò, quando arriva, ma speriamo bene).