Non si muore, alla fine

Con i favolosi guadagni consentitimi (ehe, che grammatica ardita) da un anno di impiego pubblico ancorchè precario, ho fatto un regalo alla mamma e, visto che i vecchi si stavano silenziosamente sbriciolando e lasciavano passare i passeri, ho fatto installare ben due nuovi infissi a casa mia. Uno in camera sua, uno in camera mia. E’ quella stessa finestra che prima sbatteva quando c’era vento, terrorizzando le mie notti adolescenziali perchè il rumore era identico a quello del terremoto che avevo sperimentato di persona solo qualche mese prima.

Adesso non sbatte più. Stento a crederci, mi manca, quel rumore. O forse mi manca quella ragazzina che passava un’ora a mettere zeppe di carta nelle guide della serranda per impedirgli di sbattere.

Da un mese circa sul viadotto dopo la galleria prima di P. hanno alzato e rinforzato le paratie esterne. Barriere frangivento, dicono. Barriere tese a scoraggiare il suicidio, penso io. Sì, Fratello, è proprio QUEL viadotto. Un viadotto dal quale si sono buttate almeno 10 persone negli ultimi 7 anni, forse perchè è un posto bellissimo, alto il giusto per essere sicuri di restarci secchi, silenzioso, poco trafficato, che affaccia su bosco e campagna, falchi in volo, insomma il posto ideale per salutare il mondo. E magari qualche volta anche per decidere – senza pensarci, istintivamente – che NIENTE può essere così terribile da voler rinunciare per sempre a tutto il resto.

Ogni volta che ci passo saluto mentalmente quelle due o tre persone che conoscevo pure io, che si sono buttate da lì. E saluto mentalmente quella che è stata lì lì per farlo.

6 risposte a “Non si muore, alla fine”

  1. La vita chiama tuo malgrado all’appello, al di là del dolore, al di là del muro del pianto.

    A volte qualcuno diventa completamente sordo ai richiami, ma il più delle volte l’eco suadente avvolge l’anima e ti fa voltare le spalle al precipizio…

  2. conosco anch’io quel viadotto… e ci ho anche favoleggiato sopra, qualche volta. Ma hai ragione, niente è così terribile da, anche se magari guardando i falchi ti verrebbe voglia di esere libero…

    baci

  3. Sorellina.

    Credo che più di qualsiasi altra cosa quel viadotto mi ha raccontato di te. Anch’io, come sai, ho dei bei km di viadotti per andare a casa, e quando penso “perchè no?” mi rispondo subito dopo “ricordati La Cura… “. Grazie, sorellina, anche di poter mandare ‘fanculo i viadotti….

  4. Pubblicarla sul blog ? Su questo ?

    Mhà.

    Sorellina, ti ho detto che sono innamorato come una pera cotta, ma che non c’esce niente ??

    Lo scrivo sul mio blog, anzi ci pubblico le lettere che LE ho scritto, così vedi quant’è fatto rincoglionito tuo fratello……. :-)))))))

  5. e sarebbe pure ora, che il tuo blog langue e mi sono scocciata di aprirlo ogni giorno e trovarlo sempre fermo a novembre 2004 …

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