Sabato si è inaugurata la nuova sede di Confindustria regionale. Nello stesso palazzo dove lavoro io. Ospite d’onore, il presidente D’Amato. La saletta che ospita il convegno è stipata di piccoli industriali locali, politici di ogni sfumatura di colore, e fauna cittadina, di quella presente ad ogni convegno.
In prima fila, un impettito sindaco fa da scorta d’onore alla bionda moglie del presidente, in arancione firmato. Malelingue dicono che ci sia lei, dietro il successo confindustriale di lui. In effetti, penso, l’inaugurazione di piccola sede confindustriale di piccola regione non era poi quest’appuntamento imperdibile. Poteva non venire, la potentissima signora D’Amato.
E invece è qui, e non solo: in prima fila, nervosamente seduta in pizzo alla sedia, scuotendosi a ripetizione i lunghi capelli biondi freschi di parucchiere, gli occhi leggerissimamente strabici piantati sul marito, non si perde un suo gesto. Una impropria illuminazione del tavolo della presidenza lascia in ombra praticamente tutti, sparando invece un fascio di luce proprio sulla faccia dell’ospite d’onore. Forse è stato fatto apposta, però la luce sottolinea impietosamente borse e rughette dell’assonato presidente, e spara on stage la circostanza che ogni tanto lui chiuda gli occhi cerulei come per pensare, mentre invece forse scapozzolea.
La signora soffre, nel constatare la sofferenza del suo compagno, che virilmente e signorilmente resiste allo spot maligno.
Ma non si è Marilù D’Amato per nulla: con un imperioso cenno della mano convoca una delle hostess, spaurita stangona che le si inginocchia davanti, fa cenno di sì con la testa, si rialza e schizza in direzione della cabina di regia. Dopo un minuto, tutti i faretti che illuminavano il tavolo della presidenza sono spenti. Il presidente tira un sospiro di sollievo, ed indirizza un sorriso di vero amore alla sua compagna.
Poco manca che le mandi un bacino sulla punta delle dita.
Un pò li invidio.
anche io
Sacche di boiardismo reale…
Un po’ anche io, eh!?