States (going and coming back) / 1

Il momento migliore, in assoluto, è quando dopo aver volato (mi tengo informata, sui progressi che fa la scienza in merito al teletrasporto, ma non credo vivrò a sufficienza per sperimentarla), dopo aver passato il controllo dell'ufficio immigrazione (signora grassa in divisa spesso di colore sempre sfavatissima che recita a memoria la pappardella “metti il pollice – metti le altre 4 dita – l'altra mano – foto – quanto tempo ti fermi? – ok, grazie, buona giornata“), dopo aver recuperato la valigia (evento che ha sempre un po' del miracoloso, e infatti ogni tanto non la recuperi), dopo aver passato il controllo doganale (pura formalità, guardano il form già annotato dalla signora sfavatissima di cui sopra e poi “ok, welcome in the US“), dopo tutto ciò, dicevo, il momento migliore è quando si aprono le porte e c'è mia sorella dall'altra parte, e la vacanza comincia, e noi siamo insieme, e si può piangere un pochino di gioia, abbracciandosi strette.

In genere è un momento che si tende a sottovalutare, sei stanca, non vedi l'ora di, etc. Ma stavolta invece, ben sapendo – avendolo sperimentato – che è un attimo di gioia pura, me lo sono voluto godere: mi sono fermata prima della porta a vetri automatica, per qualche secondo, per raccogliere i sensi e la concentrazione. E sono uscita.

La vacanza può iniziare.
%%anc%%

P.S. lo so da me, che non scrivo da un pezzo. Annotarmelo è inutile, e controproducente: in effetti, anche per scrivere questo ( e quelli che forse seguiranno, come fa ben sperare il numero nel titolo) ho dovuto fare in certo sforzo, di cui ignoro le cause.

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2 risposte a “States (going and coming back) / 1”

  1. Appunto: io spero nel numeretto del titolo. Almeno nel 2, dai 🙂

    Mai stato negli Stati. <– si capisce che era un tentativo di gioco di parole?

    Divertiti!

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